dear students,
l’arte e la filosofia non servono a dare risposte ma a fornire buone domande.
Una delle questioni che l’arte contemporanea si pone più spesso è: “Quanta realtà possiamo
sopportare?” La risposta non è banale perché nell’era dell’Augmented Reality, in cui la tecnologia ed i media aggiungono strati al mondo percepito, l’arte dà conto anche di un certo fastidio sensoriale e intellettuale, come di un overdose. Forse non siamo programmati per assorbire questo eccesso di realtà.
Nella nostra epoca post-moderna i fantasmi arrivano dalla realtà, è caduta la barriera intuitiva che separava il reale dal fittizio. Oggi molte immagini vere sembrano false, e, in cambio, altre che sono state manipolate appaiono autentiche.
L’esperimento che vi chiediamo di realizzare ha come fine quello di generare un’opera esteticamente ricca ma fredda, il più possibile raffinata e angosciante che invece di portarci altrove ci radichi nel “qui” più assoluto.
Per realizzarlo dovrete prendere una immagine rappresentante una township o una favela e modificarla geneticamente inserendo al suo interno dettagli architettonici e di design. Generare, quindi, una città OGM, nella quale la “realtà aumentata” permetterà la condivisione di un nuovo paesaggio.
Cordiali saluti,
lo Staff
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