lunedì 28 maggio 2012

X UN’ARCHITETTURA DEL NUOVO MILLENNIO



 CHE CARATTERE DEVE AVERE L’ARTE OGGI


RAPIDITA’
LEGGEREZZA
VISIBILITA’
MOLTEPLICITA’
ESATTEZZA
RAPIDITA’


.....sogno immense cosmologie, saghe ed epopee racchiuse nella dimensione di un epigramma.


Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. ‘Ho bisogno di altri cinque anni’ disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.


La rapidità in Architettura vuol dire soprattutto AGILITA’, MOBILITA’, DISINVOLTURA, tutte qualità che si accordano con un’Architettura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento all’altro, a condurre il fruitore a perdere il filo cento volte e a ritrovarlo dopo altrettante cento giravolte..........



Lublin Airport- Are arch.




LEGGEREZZA
Credo che nella sua accezione migliore si rivolga all’Architettura come quella caratteristica che sottrae peso. La leggerezza nella nostra cultura è sempre stata considerata un difetto. Nella contemporaneità è un pregio.
In Architettura questa dote si deve contrapporre alla PESANTEZZA, l’INERZIA, all’OPACITA’ del mondo, qualità che si attaccano subito all’Architettura se non si trova il modo di sfuggirle.
La leggerezza si associa anche alla PRECISIONE ed alla DETERMINAZIONE, ma non con la VAGHEZZA e l’ABBANDONO al CASO.



House for elderly people - Aires Mateus arch.




VISIBILITA’
Considero indispensabile che uno scritto architettonico debba essere capace di essere visualizzato dalla fantasia. Questa è la sua caratteristica di VISIBILITA’.
E’ una caratteristica, come potrete immaginare, quindi molto particolare. Non la intendo nella sua accezione “chiassosa” di “farsi notare”, di diventare di “fama planetaria”, bensì in quella elegantissima di VISIONE CREATIVA.
Un’architettura, cioè, capace di utilizzare parole “educate” per comporre frasi comprensibili, interessata a far scaturire colori e forme dalla fantasia del fruitore. Sarà possibile un’architettura fantastica in una crescente inflazione di immagini prefabbricate?
Le vie che abbiamo a disposizione sono due:
_ riciclare le architetture usate in un nuovo contesto che ne cambi il significato;
_ oppure il vuoto per ripartire da zero.


Nella contemporaneità possiamo utilizzare due tipi di processi immaginativi:
_ quello che parte dalla parola architettonica ed arriva all’immaginazione visiva;
_ quello che parte dall’immaginazione visiva ed arriva all’espressione della parola architettonica.
Come nel cinema (da cui la nostra particolare attenzione al video) risultato di una successione di fasi, materiali ed immateriali, in cui le immagini prendono forma dentro la nostra mente. Così in
architettura. In questo processo il “cinema mentale” dell’immaginazione ha un ruolo importantissimo, alla stregua delle fasi di realizzazione.
Questo “cinema mentale” è in funzione in tutti noi e non cessa mai di proiettare immagini sulla nostra vista interiore che altro non è se non il nostro universo emozionale.
Intendo cioè IMMAGINE come IMMAGINAZIONE. Creare immagini “in assenza”, questa è la sfida
più interessante dell’architettura contemporanea.








villa 4.0 Dick van Gameren arch,




ESATTEZZA
Potrei iniziare ad illustrare questa caratteristica dicendovi che è sempre più necessario produrre un disegno
dell’opera ben definito e calcolato, capace di evocare immagini visuali nitide, incisive, memorabili. Una scrittura il più precisa possibile sia come lessico sia come resa delle sfumature del pensiero e  dell’immaginazione.
Nasce allora una domanda spontanea: la profondità allora, da quanto sopra detto, va nascosta. Ma dove? L’unica risposta che mi convince è: in superficie.
Questo in quanto credo che la caratteristica dell’esattezza debba agire contro una strana forma di peste che
rende l’architettura casuale, confusa, senza origini, informe (sperando che oramai abbiate capito cosa intendiamo con la parola forma).




MOLTEPLICITA’
Non è solo un problema di realtà complessa. E’, forse, più che altro un problema di architettura intesa come
una “enciclopedia aperta” che è una evidente contraddizione ma che mi interessa in quanto oggi non è più
pensabile una totalità che non sia potenziale, congetturale e plurima.
Ogni architettura, anche la più piccola, sarà composta da vuoti che saranno parte integrante di una rete di relazioni come le informazioni su internet che partono da un ambito x e possono arrivare in luoghi sconosciuti ed impensati per poi, però, ritornare velocemente dove serve.
Un’architettura, insomma, in cui tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.



Daeyang Gallery and house Steven Holl arch.



Rolex Learning Centre SANAA arch.











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